Cerca nel blog

LE SBARRE DENTRO: ESTRATTO



LE SBARRE DENTRO
III e IV F a.s. 2004- ‘05
Il testo della commedia, Le sbarre dentro, creato nell’anno scolastico 2004-‘05 dagli alunni della III F e IV F del Liceo Scientifico “O. Tedone” affronta il tema della guerra fra poveri e si interroga sul senso della vera solidarietà.
Protagonista del lavoro non é un singolo personaggio, ma un'intera piazza, con i suoi abitanti sempre in lite fra loro; e la vicenda della Pupetta, il bastardino di un’anziana contessa, che sembra costituire la trama del lavoro, è in realtà poco più di un pretesto per mettere in scena proprio questo intreccio di rancori, questo scontro di piccoli egoismi, che non appaiono più tali se sono guardati con gli occhi di chi non ha niente.

Tutto nell’opera concorre a mettere in risalto i luoghi comuni, i cliché che accompagnano, come una condanna, certe categorie sociali: i meridionali sono tutti ignoranti e mafiosi; gli Albanesi sono sporchi e fannulloni; gli zingari sono ladri; chi ha avuto a che fare con la giustizia non può essere che un criminale!
E questa piazza può essere in fondo considerata una metafora della nostra società, che lascia agli extra-comunitari lo spazio angusto di un cassonetto, e tratta gli anziani come oggetti ingombranti, offendendone la dignità.
Non c'é da stupirsi, allora, se queste povere vittime, quasi per un meccanismo di autodifesa, tentano a loro volta di rifarsi su chi é più debole di loro. Questa riflessione conclusiva, che si allarga poi a commentare il significato della "vera" solidarietà, è affidata alla voce sgarbata di quello che sembra il personaggio più cattivo, ed é, invece, solo il più consapevole, il più amareggiato.
PERSONAGGI

Pasquina La Cavalla: popolana pugliese, incinta dell’ottavo figlio
Pantaleo: marito di Pasquina; ambulante; vende elastici
Genzella: popolana pugliese, nubile
Minguccio: fratello di Genzella; gestisce con la sorella un piccolo caffè
Gennarino: giornalaio
Peppino: vecchietto, vive all’ospizio
Dorotea: vecchietta, vive all’ospizio
Meme: vecchietta, vive all’ospizio
Duca: vecchietto innamorato di Meme; vive all’ospizio
Postino
Tsufai: Albanese senza permesso di soggiorno
Petar: Albanese senza permesso di soggiorno
Alinia, detta “Malignia”: extracomunitaria rumena.
Contessa Sofia Apollonia Costanza Beneplacido: anziana aristocratica
Contessina Maria Cornelia Eufrasia: figlia della contessa
Guglielmina: nipote della contessa
Marietta: governante napoletana della contessa
Giovanni Barracuda, detto “Barbablù”: ex galeotto
Leopoldo: barbone della provincia di Roma
Odisseo: psicopatico
Signora Augusta: turista in gita
Signora Bianca Rossi, coniugata Verdi: turista in gita
Dott.ssa Eliana Preziosa: turista in gita
Virginia Preziosa: turista in gita
Kumpania: zingara
Pomana: zingara
Kris: zingara
Kantina: zingara
Ghertrude: infermiera dell’ospizio
Marozia: infermiera dell’ospizio
La pupetta: cane della contessa; è un bastardino. Fino alla tredicesima scena, lo spettatore dovrà credere che si tratti di una bambina
L’azione è ambientata nella piazza di un paesino semi-diroccato in seguito ad un terremoto.
Sul fondo c’è la villa dei conti Beneplacido; attraverso una grande finestra, è possibile seguire alcune scene che si svolgono all’interno della villa.
Sui due lati ci sono le case fatiscenti delle due meridionali, l’edicola del giornalaio e la casa di Barbablù. Al centro della piazza è collocata una panchina; lateralmente sono disposti un tavolo traballante e quattro sedie instabili, che costituiscono il “caffè” del paese. Una freccia indica l’ospizio.


[…]
SCENA 2
(Pasquina, Genzella, Pantaleo, Minguccio, Gennarino, Peppino, Dorotea, Duca, Meme, postino, Tsufai, Petar)
Gennarino. Mi pare che sta arrivando qualcuno!
Dorotea. Isolina!… E’ Isolina che mi viene a prendere!
Minguccio. Genze’, vieni a vedere che sta a venire un cristiano!
Pasquina. Corri Genze’, angora è un cecato che ti piglia!
Pantaleo. Pare a vedere il postino!
(DALLA PLATEA ARRIVA IL POSTINO IN BICICLETTA)
Dorotea. Avete una lettera di Isolina?
Petar. Letera? Venuta letera?
Duca. Villano plebeo, pagherete questo affr…!
Tsufai. Stare letera di Albània?
Postino. Albània? Lei è Albanese?
Genzella. Chi, io? ‘Nziamai!
Postino. Non lei -“lei”!… (INDICANDO TSUFAI) lui-“lei”!
Genzella. Che pure femmina è!
Pasquina. E che per questo non ti penza proppio! (RIDE)
Genzella. Na!…Ha ragliato la cavalla!
Postino. Mi dia il suo nome, così controllo!
Tsufai. (INDICANDO GENNARINO) Suo nome?
Postino. Sì: il suo nome!
Gennarino. Scusate, ma non ve lo posso dare io il nome mio?
Pantaleo. Provesso’, state a fare un casino!
Postino. Non sono professore! Allora: chi è Albanese qui?
Tsufai e Petar. (INDICANDOSI RECIPROCAMENTE) Lui!
Postino. Ho capito: entrambi Albanesi. E come siete venuti?
Petar. Noi venuti… gomone!
Dorotea. E non è che avete visto Isolina?
Tsufai. No isolina, solo mare!
Postino. Dove avete il domicilio?
Genzella. Provesso’, quelli tengono il “dormicilio” dendr’ al cascionetto nostro!
Pasquina. E dendr’al cascionetto, tengono pure il “mangicilio”!
Genzella. E sì!…Che si strafocano la rimata nostra, queste due sorquare!
Postino. Fatemi capire bene: voi vivete qui?
Tsufai e Petar. Sì!
Postino. Ma ce l’avete il permesso di soggiorno?
Tsufai e Petar. Sìììì!
Gennarino. Provesso’, quelli non tengono manco il permesso della cucina!
Postino. Ma allora non possono rimanere!
Pantaleo. E ce l’abbiamo detto!…Ma quelli fanno “chichì non tiene recchie”!
Postino. Senza permesso, non potete risiedere in Italia!
Minguccio. Avete sendito? In Italia non vi potete sedere!
Tsufai. Tsufai sempre in piede!
Minguccio. Uè…Stufai, e che ti credi che non me ne avverto che come mi aggiro, tutt’una volta ti vai a sdirippare sopra alla seggia buona mia!
Gennarino. Mingu’, quella non è “la seggia buona tua”: quella è la sedia della buon’anima! Provessore… quando c’è stato il terremoto, quella sedia…
Postino. Ma che volete che me ne importi delle sedie vostre!
Tsufai. Stare letera di Albània? Tu deve controlare!
Petar. Petar cerca letera di Albània!
Postino. Molla la borsa mia: mollala!
Pantaleo. Uè, Petardo, ammolla la borsa del provessore!
Pasquina. E mai la spicci? Provesso’, gli Albanesi, dove tengono gli occhi, là tengono le mane!
Pantaleo. Vanno sempre arrubbando, questi marioli! Ma statevi avvertendi con me: statevi avvertendi!
Duca. Questi miserabili si ubriacano e molestano le signore!
Genzella. Quei porci!
Pasquina. Né, Genze’, come ti piaceva che ti mollestavano pure a te!
Genzella. Eh!… La ciuccia di mala credenza, come la fa, accossì la penza!
Petar. Petar no molesta Genzela!
Genzella. E che le mani non te le sapevo cionguare?
Peppino. Questi infami sperano di sposare un’Italiana!
Duca. Per via della cittadinanza, capite?
Minguccio. Tu solamende a quella ‘ndrocchia di Alìnia la Romena ti potevi pigliare!
Genzella. E sì, che s’accoppiavano la lima e la raspa!
Pasquina. Stufai e Malignia! Che cosa rara!
Genzella. Ma se non ve ne andate proppio mo…
Duca. Mi vedrò costretto a sfidarvi a duello!
Genzella. Levati da mezzo, quest’altro babbione fesso, che ci devo ammenare uno spetrone nella croce dei sensi a questi porci!
Tsufai. Stupido! Tu fare sempre male!
Petar. Io no fato niente. Voi capito male: Tsufai ladro!
Tsufai. Petar ladro più ladro e dire bugia: caciare Petar, Tsufai buono!
Petar. Io no rubare, io fato mai!
SCENA 3
(Pasquina, Genzella, Pantaleo, Minguccio, Gennarino, Peppino, Dorotea, Duca, Meme, postino)
Pantaleo. Li dovete scusare, provessore, che quelli, gli Albanesi…
Minguccio. …sono come agli animali!
Genzella. Puzze bestie!
Postino. Mi hanno fatto agitare!
Gennarino. Ma che c’è posta?
Postino. No! Sono venuto fin qui a farmi rubare la borsa per semplice diporto!
Pantaleo. Che cosa ha detto il provessore?
Gennarino. Boh!…Dice che poi la porta!
Postino. (LEGGENDO L’INDIRIZZO SU UNA LETTERA) Esimia contessa Sofia…
Tutti. …Apollonia Costanza Beneplacido!
Postino. Dove abita?
Pasquina. Eh!…Non è che camba dendr’ all’edicola come a Gennarino, la condessa…
Tutti. …Sofia Apollonia Costanza Beneplacido!
Gennarino. E quella non si fa la notte sopra la panchina, come Leopoldo!
Peppino. E manco diventa uno stoccafisso nei container dell’ospizio!
Meme. Non ancora!… Perché quella strega della figlia, la contessina…
Tutti. Maria Cornelia Eufrasia!
Meme. …un giorno o l’altro la molla nell’ospizio!
Peppino. Come ha fatto Isolina!
Dorotea. Isolina non mi ha mollato, mi verrà a prendere e torneremo a vivere insieme!
Meme. Dorote’, una mamma campa cento figli, ma cento figli non campano una mamma!
Postino. Allora, si può sapere dove abita la contessa…
Tutti. Sofia Apol…
Postino. Sì, quella!
Tutti. (INDICANDO LA VILLA) Là!
Minguccio. E’ l’unica casa che non se n’è scofolata con il tramoto!
Pasquina. E occorre a dirlo?
Genzella. Coi soldi quella si è accattata pure a Cristo! (IL POSTINO IMBUCA LA LATTERA)
Postino. (LEGGENDO L’INDIRIZZO) Signora Pasqua La Cavalla!
Pasquina. Nà! E chi mi scrive a me?
Genzella. E chi ci può scrivere a una cavalla? Un ciuccio!
Postino. L’ente generale acquedotto!
Genzella. Pasqui’, e lo sai che ti scrive questo generale Lende?
Postino. Non è un generale!
Genzella. Va be’, se non è cima è cavolo: quello ti scrive che se non la spicci di stricare a ogni momendo il marciappieto…
Pasquina. Na! Ha parlato “Ava come lava!”
Postino. (LEGGENDO L’INDIRIZZO SU UN’ALTRA LETTERA) Domenico Musolino!
Dorotea. Isolina?…Datemela, è per me, è di mia figlia!
Minguccio. Uhè ‘nghiummata: Musolino!
Peppino. E chi gli scrive a Mimmo?
Postino. E’ un depliant!
Pasquina. Che cosa è?
Pantaleo. Un depilande!
Pasquina. E che se ne deve fare quel vecchio che già è spelato?!
Gennarino. Mo, fatemi vedere a me. (LEGGENDO) “Ca-ca-rel”!
Dorotea. Che porcheria!
Gennarino. (SFOGLIANDOLO) Beh, no!… Non mi pare proprio…anzi!…Aho!
Postino. Quella è langerie!
Minguccio. (SBIRCIANDO) Hai capito ad Angelina!…
Peppino. Uuuuh!… E queste?
Postino. Sono liseuse, guepierre, collant!
Meme. Le collane? Mo, fammi vedere! (DOPO AVER GUARDATO) Eh…brutto depravato! Le donnine nude vai guardando?
Duca. Lo recapiterò io al destinatario!
Meme A te ti arricapiterà una cosa che manco te l’immagini, se guardi quelle porcherie!
Dorotea. Glielo porto io a Mimmo!
Meme E sì, così gli viene un infarto e tu ti prendi il letto suo! Professo’, ci penso io a sistemare questa brutta faccenda!
Postino. E questa è l’ultima. Barracuda Giovanni!
Pantaleo. Madù!
Genzella. Barbablù!
Gennarino. E non gridare che quello ti sente!
Postino. Sapreste indicarmi la via?
Peppino. Quella da dove sei venuto!
Meme. Andatevene, professore, lasciatela stare quella lettera!
Postino. Ma è l’ultima, ed è il mio primo giorno di lavoro!
Duca. Se provate a consegnarla, potrebbe essere anche l’ultimo della vostra carriera!
Postino. E che ci ha di così terribile questo…
Dorotea. Barbablù!
Tutti. E non gridare!
Gennarino. Provesso’, quello è stato in galera!
Genzella. E’ un assassino!
Pasquina. Un serio killer!
Minguccio. Ve la ricordate voi quella storia, che la misero pure sopra ai giornali…
Pasquina. L’anno che mi sgravai di Sabbellina!
Pantaleo. Quel cristiano…
Pasquina. Quello che ammazzò a quella persona…
Genzella. Che lo denungiò quell’altro…
Postino. Non ho capito niente!
Duca. Li dovete scusare. sono Meridionali!…Vi ricordate l’omicidio Benincasa?
Postino. Beh?
Tutti. E’ stato lui!
Postino. E allora siete voi che non vi ricordate! Il delitto del cavalier Benincasa io me lo ricordo benissimo: fu accusato un operaio…
Meme. Quell’assassino!
Postino. Finì pure in carcere…
Peppino. Quel delinquente!
Postino. …ma poi saltò fuori che l’omicida… era l’amante del cavaliere!
Dorotea. Ma pure se non è stato lui, in galera c’è stato!
Tutti. Eh!
Pantaleo. E se è stato in galera, quel nannorco, una cosa-una cosa l’ha fatta a forza!
Tutti. Eh!
Genzella.. E pure se non l’ha fatta, quello la poteva fare, che è brutto come al peccato mortale!
Pasquina. E tiene una voce, provesso’, che ogni volta mi devono tagliare i vermi dalla paura!
Postino. Allora, volete indicarmi la casa!?
Dorotea. Professore, non vi fate sentire! (IL POSTINO IMBUCA LA LETTERA)
Postino. Anche questa è fatta, e posso togliere il disturbo!
Meme. Ve ne andate già, professore?
Postino. Sì, vado a insegnare da un’altra parte! (VA VIA)
[…]
SCENA 12
(Marietta, Pasquina, Genzella, Gennarino, Pantaleo, Minguccio, voce di Barbablù)
Gennarino. Pantaleo! Chiamate State-avvertendi!… Pantaleeee!
Pasquina. Luscialorda a me? E che gli occhi non te li so ciecare!
Gennarino. Corri, Minguccio, vieniti a prendere tua sorella!
Pantaleo. E che non ti puoi mango difrescare un momendo le osse macinate!
Minguccio. Nà, s’è risbegliato il grande giocatore di briscola! Hai dormito bene, State-avvertendi?
Pantaleo. E che mo devo dare soddisfazione a te?
Minguccio. E certamente, che quanno grufui tu, la casa mia trema peggio del tramoto!
Genzella. Auandami, Mingu’, che a quella mo l’appiccico al muro!
Pasquina. Pandale’, allaaaaassami, che mo la sciango di gambe, a quella serpa!
Pantaleo. Pasquì, non ti agitaaaare, che il bambino si guasta! Mo datemi una seggia!
Genzella. E sì, che mo ci diamo pure il trono alla reggina! Questa seggia è la mia!
Gennarino. Ma lo volete capire che questa è la sedia della buon’anima!
Pantaleo. Mo questa seggia ci serve a Pasquina!
Minguccio. Ma il permesso lo devi cercare a me!
Gennarino. E tu lo devi cercare alla buon’anima!
Pantaleo. Uè, statevi avvertendi che mo ve la spascio la seggia!
Genzella. Pasqui’ crepa e scatta, che la seggia mia te la puoi sonnare assolamende!
Pasquina. Io mi assito addove mi pare a me, sta bene?!
Genzella. E io ti scazzo quando mi pare a me, e lo vediamo se non ti alzi prima di mo!
(TUTTI GRIDANO CONTEMPORANEAMENTE)
Voce di Barbablù. Se non state zitti tutti…(TUTTI TACCIONO) vi ammazzo e vi strappo il cuore, luridi vermi schifosi! (TUTTI SCAPPANO).
[…]
SCENA 18
(Marietta, Psicopatico)
(MARIETTA, LA CAMERIERA DELLA CONTESSA, CERCA QUALCUNO A CUI AFFIDARE TEMPORANEAMENTE LA PUPETTA. ENTRA UNO PSICOPATICO)
Marietta. Scusate, ve pozzo cerca’ nu piacere?
Psicopatico. Io sono… Odisseo e devo tornare… nella mia terra!
Marietta. Ma primma ca ve ne turnate… alla cambagna vostra, nun è ca…
Psicopatico. Io sono Nessuno!…Nessuno!
Marietta. Eh!… ‘O saccio: e contadini… nun contano proppio niente!… Però, m’o facite nu favore? Quanno…
Psicopatico. Non tentarmi, Calipso: Ermes… ti ha portato il messaggio!
Marietta. O messaggio a me?… d’o verme?… Ma vuje pazziate!
Psicopatico. Ermes, il dio alato!
Marietta. Ma nì da nu lato e manco da l’ato! Sentite, Odisse’…
Psicopatico. Tu menti, Calipso!
Marietta. Mo ve state a cunfonnere: i’ nun song‘o Califfo! Ma comme ve stavo a dicere…
Psicopatico. Sei tu Nausica-a? La figlia di Alcino-o?
Marietta. No, i’ song Marietta-a, ‘a figli’e Ciccillo-o, e agge a ire…
Psicopatico. Nell’isola di Ee-a?
Marietta. Gesù! Ma comme parla chisto?!… Odisse’, i’ agge a pigliare a petunia ‘e Michele!
Psicopatico. E chi è?
Marietta Michele-e!
Psicopatico. Ah!
Marietta. Ma tengo ‘a Pupetta: ‘a vite comm’è criusa ‘a Pupetta d’a cuntessa?
Psicopatico. Ma questo è… Argo!
Marietta. No! Ma quale largo, ca è nu scazzamauriello!.. Mè, facitammillo ‘stu piacere: ‘a tenete vuje ca je vache a pigliare ‘a petunia, ca chille nun m’aiutano!
Psicopatico. Sono Proci?
Marietta. Si so’ froci nun ‘o saccio, decimme ca so’… ‘na mainata ‘e fetentoni!
Psicopatico. Devo sterminarli!
Marietta. Odisse’, ‘i streminate ‘n’ata vota, mo, teniteme ‘o cane!
[…]
SCENA 23
(Quattro turiste, Peppino, Dorotea, Duca, Meme, Pasquina, Pantaleo, Genzella, Gennarino, Minguccio)
Gennarino. Ma oggi è proprio giornata di facce nuove!
Pasquina. Chi è che sta a venire?
Genzella. Mingu’, corri, che stanno ad arrivare dei forestieri!
Dorotea. E’ Isolina! E’ arrivata, finalmente!
Pantaleo. Corri, Pasqui’, annuci le patane, che oggi dobbiamo fare giornata!
Eliana. Suggestivo… molto suggestivo!
Virginia. Mamma, senti che aria: niente traffico, niente smog: ma questo è il paradiso!
Dorotea. (CORRENDO AD ABBRACCIARE ELIANA) Isoliiiiina!
Eliana. C’è un equivoco…
Dorotea. Come sei cambiata, figlia mia!
Eliana. Signora, mi lasciiii!
Dorotea. Come stai magra! E sei diventata pure… bassa!
Peppino. Sì!…E’ proprio un’altra persona!
Eliana. Infatti!… Io sono la dottoressa Eliana Preziosa!
Dorotea. (DIRIGENDOSI VERSO VIRGINIA) Allora sei tu…
Eliana. No!…Questa è mia figlia Virginia.
Peppino. Rimbambita! E mo, chiedi scusa a Girgina e alla liana!
Dorotea. Scusate, signora!
Pantaleo. Accattatevi le moooolle, beato a chi le voooolle!
Pasquina. I pimmidori e le patane! Accattale, signo’, che poi mi devi benedire!
Bianca. No, gvazie, io sono per la cucina macvobiotica!
Genzella. Le volete le cannelle che queste vi abbisognano per appendere le foto?
Virginia. Ma questa macchina è di-gitale!
Genzella. E pure se non è la vostra, accattatevele, che stanno le foto a gratis!
Eliana. Quali foto?
Genzella. A scelta: o il battesimo di Minguccio, oppuramente la comuniona mia!
Minguccio. E non vi buttate tutti addosso che non li fate mango respirare!
Eliana. Ecco, sì… manteniamo le distanze!
Minguccio. Avete sendito? Vogliono assolamende il caffè: tornatevene alle case vostre! (VEDENDO I VECCHIETTI SEDUTI ALLE SEDIE DEL BAR) Na!… E questo è vizio che tenete! Le seggie mie voi non le dovete mango acchimindare!
Duca. Se non mutate maniere, vi insegnerò io l’educazione: a fil di spada!
Minguccio. Sì, mo che è facciamo il duello, ma mo sbarazziamo i locali! (I VECCHIETTI SI ALZANO)

SCENA 24
(Quattro turiste, Peppino, Dorotea, Duca, Meme, Genzella, Gennarino, Minguccio)
Minguccio. Se le signore si vogliono assettare! Noooo!… Non v’ammenate a chiummo… si avesse a spasciare la seggia!
Virginia. Se questa non è sicura, perché non me ne dà un’altra?
Minguccio. Sono tutte d’una maniera! Quando c’è stato il tramoto, solo queste segge ho potuto salvare, questa…
Gennarino. Questa manco gli appartiene…che era della buon’anima!
Minguccio. ‘Gghi’all’anima tua!...(ALLE TURISTE) In che cosa vi posso servire?
Augusta. Guardi, io e la dottoressa Bianca Rossi…
Bianca. …coniugata Vevdi
Augusta. Sì!… facciamo parte della “Lega per la difesa dello sciuropterus russicus”.
Bianca. Povevo sciuvoptevo: pensi che gli danno una caccia fevoce!
Minguccio. Beh, ognuno tiene i problemi suoi! Ma io volevo sapere se lo volete un bel caffè!
Eliana. Io vorrei un whisky doppio malto!
Minguccio. Beh, doppio… è finito!
Eliana. Allora un whisky normale!
Minguccio. Veramente non teniamo mango quello!
Virginia. Per me un’aranciata Fanta.
Minguccio. No, Fanta…niente!
Virginia. San Pellegrino?
Minguccio. Veramente…
Virginia. …non avete aranciate!
Minguccio. No!…Ma posso fare un bel caffè!
Eliana. Allora: 2 caffè!
Minguccio. E voi, signora, che cosa volete?
Augusta. Io vorrei che si ponesse fine, una volta per tutte, alla caccia allo sciuroptero!
Minguccio. Va be’, lo sciurottolo l’abbiamo capito, ma lo prendete il caffè, voi e la signora qua che non mi ricordo il colore…
Bianca. Bianca Vossi, coniugata Vevdi. Lo sa come lo prendono? Con tvappole e lacci!
Minguccio. Il caffè?!
Augusta. Ma noooo! Lo sciuroptero! Approfittano di quando è al suolo, i vigliacchi!
Bianca. E cevto! Pevchè sul tevveno è goffo e insicuvo!
Augusta e Bianca. Per via del patagio!
Minguccio. Quale via… scusate!?
Augusta. Del patagio… il patagio!
Genzella. (ENTRANDO) Allora appreparo i caffè?
Minguccio. Apprima dobbiamo assistemare lo sciurottolo!
Genzella. E che problema tiene?
Minguccio. (INDICANDO AUGUSTA) Tiene…il patagio!
Genzella. E per questo… patagio, non vi potete pigliare il caffè?
Augusta. Ma non io! Lo sciuroptero!
Genzella. Ah!…Lo sciurottolo non lo piglia, ma voi, invece…
Bianca. Signova, lo sciuvoptevo è una bestiola!
Genzella. Ah!
Augusta. E gli danno una caccia spietata!
Genzella. Si vede che tiene la pelliccia buona, questo… sciurottolo!
Bianca. Noooo! Lo sciuvoptevo ha una pelliccia poveva e di nessun valove!
Augusta. Perché non aderisce anche lei alla nostra Lega?
Genzella. Io?…No, grazie, con queste cose non mi accapezzo proprio!
Bianca. Non c’è niente da capive: queste cose bisogna solo… sentivle, è una pvoblema …
Augusta e Bianca: …di sensibilità!
Augusta. Non le dispiace che gli diano la caccia!?
Genzella. Beh…non è che me ne imborta assai…e comungue, che ci posso fare io?
Augusta e Bianca. Una piccola sottoscrizione!
Genzella. Signo’, noi non teniamo…
Minguccio e Genzella…. mango gli occhi per piangere!
Minguccio. Ma almeno è buono a mangiare, questo… sciurottolo?
Bianca. Macchè: la cavne non è nemmeno commestibile!
Minguccio e Genzella. E allora, che camba a fare!?
Augusta. Come che campa a fare? Ha mai sentito parlare della catena alimentare?
Bianca. Gli evbivovi…
Augusta..come lo sciuroptero!
Bianca….mangiano sostanze vegetali; e i cavnivovi…
Augusta e Bianca….come lo zibellino!
Bianca….mangiano gli evbivovi!
Augusta. E se dovessero estinguersi quei poveri sciuropteri…
Augusta e Bianca. Sarebbe la fine degli zibellini!
Minguccio. Allora, col permesso… dello sciurottolo, mo apprepariamo quattro caffè caldi caldi! (RIENTRA IN CASA INSIEME A GENZELLA)
SCENA 25
(Quattro turiste, Peppino, Dorotea, Duca, Meme)
Eliana. (ALLUDENDO AI VECCHIETTI IN PIEDI) Un paese si giudica da come tratta gli anziani!
Virginia. E’ vero!… Guarda questi poverini: stanchi…maltrattati!
Vecchietti Eh!
Peppino. Signora, io tengo un callo, ma un callo!… E i dolori che mi dà!… Ma Minguccio…
Virginia. Eh…Minguccio!
Dorotea. Io non ce la faccio a stare sempre in piedi, ma le sedie…
Eliana. E già…le sedie!
Virginia. Ma c’è una panchina!
Vecchietti. E’ di Leopoldo!
Dorotea. E quello ci ammazza se ci trova seduti!
Virginia. Ah, ecco!
Eliana. Però ci sono sempre le associazioni di beneficienza: non conoscete l’ U.B.P.U.A…
Meme. No! Che cos’è?
Virginia. “Un bastone per un anziano”: raccogliamo adesioni per sensibilizzare tutti ad aiutare le persone sole e in difficoltà.
Dorotea. I vecchi come noi!
Eliana. Certo, chi è sensibile al problema può iscriversi alla nostra associazione!
Peppino. E come si fa?
Eliana. E’ semplice: si paga la quota d’ iscrizione di 800 euro, e poi 500 euro mensili!
Vecchietti. Aho!
Virginia. Chi è “sensibile al problema”… lo fa!
Duca. Signora, noi siamo assai “sensibili al problema”, ma se disponevamo di codesta somma…
Peppino. …non avevamo bisogno dell’aiuto dell’ associazione!
Vecchietti. Eh!
Eliana. E’ la solita mentalità gretta ed egoista!
Virginia. Ma non pensate sempre e solo a voi stessi: aiutate anche gli altri!
Meme. Scusate, ma a noi chi ci aiuta?
Vecchietti. Eh?
Eliana. Gli altri! Gli altri anziani bisognosi!
Peppino. Quelli che aiutiamo noi?
Virginia. Sì! E l’associazione aiuta gli uni ad aiutare gli altri!
Eliana. E gli anziani aiutano l’associazione!
Virginia. E certo! Se noi volontari non venissimo aiutati, smetteremmo…
Peppino. …di aiutare gli anziani ad aiutare i volontari!
Eliana. Esatto! C’è poi un settore che si occupa degli immigrati.
Virginia. Ma voi sapete quanta difficoltà incontra questa povera gente a trovare una casa, un lavoro…
Eliana…un po’ di calore, di comprensione!
Eliana e Virginia. Ci vuole solidarietà!
SCENA 26
(Quattro turiste, Peppino, Dorotea, Duca, Meme, Tsufai, Petar, Genzella, Pasquina)
Tsufai. (ENTRANDO IN PIAZZA E ACCOSTANDOSI A VIRGINIA) Mio nome: Tsufai; poto aiutare bela turistia Girgina?
Virginia. Virginia!…E non ho bisogno di aiuti!
Peppino. Che già l’ “aiutiamo” noi!
Petar. Bela sinorina! Mai visto sinorina così molto belisima!
Virginia. Teniamo le mani a posto!
Tsufai. Io porta Girgina dove vole!
Petar. Io porta Girgina!
Tsufai. Io detto primo!
Petar. Io pensato primo!
Tsufai. Io visto primo!
Virginia. Ooooh!…A me non mi portate da nessuna parte, è chiaro?
Genzella.. Uè, che andate trovando voi dalla signorina?
Dorotea. Se la vogliono sposare!
Peppino. E sì, così non ce li leviamo più davanti!
Duca. Tornatevene a casa vostra!
Petar. Nessuno dare noi casa, a Italia!
Eliana. Perché la riducete come un immondezzaio!
Peppino. Ma tornatevene al paese vostro!
Tsufai. No stare lavoro in Albània!
Pasquina. Uè, Stufai, se tu volevi fatigare, l’America è qua e l’America è là!
Virginia. Venite con la voglia di non fare niente e poi vi lamentate che non trovate lavoro, parassiti!

[…]
SCENA 35
(Marietta, psicopatico, Pasquina, Genzella)
Marietta. (ENTRANDO) Odisse’!… E a Pupetta?
Psicopatico. Quel mostro orrendo!
Marietta. Addirittura!
Psicopatico. Solo abitava, e da tutti lontano!
Marietta. Ma ‘e chi state parlanne?
Psicopatico. Feroce e privo di affetti!
Marietta. Vuje decite ‘e…Barbablù?… E che nce cape isso co a Pupetta?
Psicopatico. A noi si schiantò il cuore, a udir quella voce… cuuuupaaaa!
Marietta. Uh Maronna! Chille ha alluccato e ‘a Pupetta se mettette paura e se ne fuiette!?
Psicopatico. Noooo!…Non potevamo fuggire!
Marietta. Ah! Meno male!
Psicopatico. Eravamo nell’antro!
Marietta. L’altro? E quale altro?…Gesù! I’ a chisto nun o capisco!… (BUSSANDO ALLA FINESTRA DI PASQUINA) Pasqui’, Pasquinaaaa!
Pasquina. Mo mi facevi scofolare la casa, che vuoi?
Marietta. Pasquì, vuje ca avite sentuto tutt’o fatte, aiutatemi a capire sta facenna!
Pasquina. No!..Io non ho sendito niende, che mi faccio i fatti miei!
Marietta. Jamme, Pasquì, vuje state sempe rete ‘e llastre e proppio mo nun avite sentuto!
Pasquina. Ah!… Il fatto di Barbablù…
Marietta. Gnorsì!
Pasquina …che ci ha gridato al cane della condessa!
Marietta. Eh! Ma chiste rice ca ce ne stava pure n’ate!
Pasquina. Un altro cane angora?
Marietta. E che ne saccio!
Pasquina. Mo, ditemi a me! E questo cane che stava, era quello che pare una pecora?
Psicopatico. Sì!… Attaccati alla sua pancia fuggimmo!
Pasquina. Ah!… Ho capito!
Marietta. E mè, faciteme capire pur’a me!
Pasquina. Ha detto che lui, inzieme alla Pupetta e al cane-pecora, si sono… appiccicati alla panza!
Marietta. La panza ‘e chi?!
Pasquina. La panza sua, e che è la panza mia? E’ vero, Odisse’?
Psicopatico. Sì!… E fuggimmo dall’antro!
Pasquina. E se ne fuggirono …dall’altro!
Marietta. N’ ato cane angora?
Pasquina. Eh!
Marietta. Ma mo, tutti sti cane, arro’ stanne?
Psicopatico. Circe ci prese con sé!
Marietta. Chi ata è mo sta… Ciccia!?
Psicopatico. Circe maliosa!
Pasquina. Quella che tiene le smanie!
Psicopatico. Quella maga…
Pasquina. Quella mazza mazza!
Psicopatico. La dea dalla bella chioma!
Pasquina. E’ una frostiera!
Marietta. E vuje comm’o sapite?
Pasquina. E non hai sendito che viene da Como!?
Psicopatico. Mi portò con lei nel suo letto… e insieme, nel talamo…
Marietta. Ch’ha ritte?
Pasquina. Ha detto che Ciccia se li è portati tutti inzieme sopra al letto, in mezzo alle tarme!
Marietta. Pure ‘a Pupetta e o cane-pecura?
Pasquina. E beh! Se li teneva appiccicati alla panza!
Genzella. Mariè, venite qua che ho capito tutto! Lo sai chi è questa Ciccia che viene da Como?… Quella è la Rumena!
Marietta. Alìnia?
Genzella. Gnorsì, proprio Malignia! E non hai sendito che se l’è portato sopra al letto? Quella è l’arte che va facendo!
Pasquina. Quella ‘ndrocchia!
Genzella. Sendite, questo giovane, la Ciccia che dite voi, è Malignia, vero?
Psicopatico. Sì la dea maligna…
Genzella. Hai sendito?
Psicopatico …che infuse nel vino filtri funesti!
Marietta. Maronna! Ci ha fatt’a fattura a Pupetta?
Pasquina. E che ti meravigli: quella è capace di tutto per pigliarsi ai mariti nostri!
Psicopatico. E li trasformò in porci!
Genzella. Beh, allora, non è che ha faticato assai!
Marietta. Ma mo tutti sti porci arrò stanne?
Psicopatico. Per sterminarli, Atena mi mutò in mendicante!
Marietta. ‘A tene ‘o mendicante? Leopoldo?
Psicopatico. Ma tu chi sei?
Marietta. Comme chi songo? Je songhe sempe Marietta-a, a figli’e Ciccillo-o, chella ca t’ha rate ‘o cane, ca tenive attaccate ‘a panza, mieze ‘e tarme, ncopp’ o lette e chella vajasse!… e t’o si perzo!…E mo ca ‘o sape a cuntessa m’accide ‘e mazzate!
Psicopatico. Ma è pazza! Questa è pazza! E’ pazzaaaaa! (ESCE).
[…]
SCENA 46 (Barbablù)
(BARBABLU’ ENTRA IN PIAZZA E SI SIEDE SULLA PANCHINA. ENTRA IN SCENA LA PUPETTA, SPORCA E LACERA, APPENA SCAPPATA DALL’ACCALAPPIACANI)
Barbablù. Ah ah ah!… La “nobile creatura”!… L’aristocratico cane della “molto aristocratica contessa”… ridotto come un lurido bastardo che puzza! Ah ah ah!… E provaci…provaci adesso a far sentire il tuo fiato “aristocratico”… se ci riesci!…Te lo ricacciano in gola!…perchè non è più… un “nobile guaito”! No!… Ora…è solo un lagno fastidioso; il latrato rabbioso di un bastardo…che deve tacere! E siamo pari!….Le hai provate le sbarre, pure tu!… Per un’ora, un anno, una vita? Che importa? Non cambia: sei perduto!… Sei marchiato!… Ma le sbarre, dentro - quelle maledette sbarre! - “dentro”… ce le hanno tutti…ce le abbiamo tutti!…Pezzi di ferro nell' anima!… Per tener fuori quelli come te, come me, come loro! Per tenere fuori la nostra puzza… che cresce, e aumenta sempre di più per l’arroganza, per la stupidità di chi non sa, di chi non capisce… ma giudica... giudica!… Quello che stai provando tu, lo so io, e lo sanno loro: gli Albanesi lo sanno!...Lo sanno gli zingari, i terroni, i vecchi!…Lo sanno…ma poi lo dimenticano… pure loro!… Merda!… Le stupide meridionali che litigano per niente; e si sbranano col rancore e la rabbia di chi non ha niente… perchè teme di perdere quel “niente" per colpa di chi ha meno di lui… meno di niente!… E' un istinto naturale?… Forse è solo rivalsa… per rifarsi di ciò che la vita non dà…che dà agli altri… ma non a te! E’ la lotta fra poveri!… Ma nessuno ci fa caso: troppi problemi più importanti… (AL PUBBLICO) vero?… O magari ci avete fatto il callo!… (INDICANDO IL PUBBLICO) Ma guardali là!… “Educati alla vita e alla solidarietà”!… Vi siete goduto lo spettacolo?… Bravi!…Ancora una volta avete fatto “gli spettatori”… come sempre! Parlo a te, signora “di prima fila”!…Tu che ridevi guardando queste miserie!…E quel signore là in fondo… in giacca e cravatta… sì, tu, proprio tu!…Non è colpa tua, vero? E certo! Tu sei sensibile! Tu subito metti mano al portafoglio…tu!… Ma pensate davvero che basti buttare 20 centesimi all’accattone… o magari qualcosa di più, con la mano piena di anelli… per la beneficienza!…L’importante però è che si sappia!… Se non si viene a sapere, che gusto c’è a fare l’offerta, vero?!… No, signora… non basta! Non basta!… Le sbarre!… Quelle maledette sbarre che ci hai dentro!… che ci abbiamo dentro tutti! Per tenere lontano chi non ha niente, chi puzza… e “addirittura”… vorrebbe sedersi accanto a noi!… Chi è diverso, eppure, se è fortunato, anche lui ha due zampe come noi! Come noi!… E tu, Pupetta?… Tu che di zampe ne hai quattro?…Quattro sono troppe per camminare dietro un amico?… No… non dietro!… E neppure avanti!… Andiamo, Pupetta…camminami al fianco!