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IL SALUTO DEGLI ATTORI ED EX ATTORI DEL PROGETTO TEATRO

In un clima di grande commozione...

Nelle serate del 22 e 23 febbraio 2014, quasi tutti gli attori che hanno preso parte al Progetto Teatro si sono dati appuntamento all’auditorium per salutare alunni e docente che si sono prodigati nella realizzazione degli spettacoli che annualmente hanno consentito di mettere a frutto esperienze artistiche e di socializzazione, tanto impresse nella loro mente. Anche chi era all’estero ha risposto all’appello e dei 315 partecipanti negli anni, i molti che erano presenti hanno voluto rilasciare messaggi orali ed alcuni scritti, come testimonianza della loro gratitudine. Ne abbiamo raccolti un certo numero che riportiamo nel filmato. Per ultimo il messaggio del preside Pellegrini.


Per maggiore comodità di lettura riportiamo i testi in formato normale


Ciao, Teresa!

Allora? Che ci fai combinare? Inviare la richiesta d’ amicizia su facebook a gente che non conosciamo, dare del tu a persone ormai adulte (alcune sposate e altre addirittura con figli), improvvisarci organizzatori di eventi, per riunire tutti i tuoi trecento teatranti qui, oggi!

Non siamo al completo, ma ognuno è stato avvisato, ringraziaci!

Scherzi a parte, non è niente il tempo speso per radunarci tutti, rispetto alle infinite ore che tu hai investito per noi attraverso il teatro. Giudicare questa meravigliosa esperienza solo come un lavoro faticoso, un sacrificio del sabato sera, un sistema educativo, una sconfinata ricchezza interiore, un insieme di ricordi ed emozioni, non è abbastanza.

È stato un ATTO D’ AMORE che tu hai compiuto nei nostri riguardi, con un’ incredibile generosità ed energia (da noi però ben ricompensate!), e stasera vogliamo dimostrarti, con la nostra presenza e le nostre parole, quanto questo ci abbia profondamente toccato.

Aurora Taranto


Mi rivolgo inizialmente a lei, Prof .ssa Loiudice, nuovo dirigente scolastico di questo istituto per ringraziarla in primis per averci dato la possibilità di mettere in scena questo piccolo sketch finale all’insaputa della prof.ssa Valente; si è fidata di noi, ci ha permesso di lavorare tranquilli senza docente in auditorium dimostrandoci ancora una volta quanto sia importante cercare di soddisfare al meglio le richieste di questi 45 pazzi che amano fare teatro. Non la ringrazio solo per questo ma debbo ringraziarla anche per averci dato la possibilità di essere qui questa sera, per averci permesso di continuare questa esperienza che rappresenta a mio modestissimo parere una delle cose più belle che il Tedone possa offrire. Qui si parla di tradizione, qui si parla di ragazzi che sono saliti su questo palco e che forse una parte di loro è rimasta qui sopra per sempre. Abbiamo avuto paura, abbiamo avuto molta paura nel momento in cui abbiamo pensato che questo gruppo teatrale potesse per un motivo o per l’altro sfasciarsi. Solo chi è stato qui sopra può capirlo, solo chi è passato su questo piccolo palco può capire ciò che si prova. E’ strano pensare che solo un metro di distanza da terra possa cambiare anche per un paio di ore tutto ciò che ci circonda. Questo palco o meglio allargando gli orizzonti è forse più appropriato dire “questo auditorium” è stato per noi una realtà a parte, il sabato era completamente sacro, a volte abbiamo avuto prove che sono terminate alle 9 di sera e nonostante fossimo tutti stanchi nessuno ha pensato mai di lasciare e andarsene. Siamo un gruppo, siamo 45 su 1200 ma siamo una squadra, piena di tutto, di difetti, di angosce, di ansie ma siamo carichi di un qualcosa che non si può descrivere. Quando uno solo di noi era triste, quando una sola persona non riusciva a dare il suo meglio o ancora peggio quando la prof. Valente era giù di morale nessuno riusciva ad essere se stesso, siamo una cosa sola e se uno solo di noi non stava bene nessuno riusciva a stare bene. E allora quando succedeva questo, urlavamo tutti insieme “ perché noi abbiamo il fuoco” . Se qualcuno probabilmente avesse sentito questa frase non ci avrebbe capito molto ma noi, noi che lo sentiamo ancora questo fuoco, ci crediamo. Per questo le rinnovo i miei più sentiti ringraziamenti, perché anche nel suo piccolo ha saputo in buona parte dimostrarci molto. Io, e credo di parlare a nome di tutti , mi auguro che lo spettacolo le sia piaciuto, siamo solo 45 ma a quei 45 il parere del dirigente scolastico è stato sempre un qualcosa di sacro e ci piacerebbe davvero che lei fosse orgogliosa di noi. Siamo dei ragazzi che sentono questa scuola nel sangue, dei ragazzi che in trasferta hanno fatto il possibile per portarsi un premio a casa, quella casa che noi chiamiamo liceo scientifico O. Tedone. Abbiamo pianto e conoscendo gli elementi di questo gruppo sono sicuro che lo stanno facendo anche in questo momento. L’abbiamo fatto quando le cose non andavano, l’abbiamo fatto per gioia ma soprattutto ci siamo sentiti carichi e pieni di grinta nel momento in cui abbiamo portato a casa un premio, nel momento in cui il nome della scuola e del teatro sono finiti sui giornali e le pagine web locali. Ancora grazie preside. 
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“Costruiamo il nostro teatro”, fiore all’occhiello del Tedone”

“Il teatro del liceo scientifico colpisce ancora”

“Al teatro Quirino di Roma il liceo scientifico O. Tedone riceve il primo premio nazionale”

“Il Tedone sul palcoscenico del teatro Argentina di Roma”

“Il Liceo “Tedone”, vincitore del primo premio con l’assegnazione della medaglia del Presidente della Repubblica”

“Progetto “Costruiamo il nostro teatro” elaborato dal Liceo “Tedone” come proposta didattica innovativa ed inserita nell’archivio nazionale delle migliori pratiche del Ministero”

“Gli studenti del Tedone alla conquista del teatro” 

Questi sono solo alcuni titoli degli articoli di giornale che da anni vengono pubblicati su alcune pagine web locali e nazionali per lodare la nostra attività. Ho cominciato da questi articoli perché, come ho ringraziato l’attuale dirigente scolastico, mi piacerebbe che qui venisse ringraziato il nostro caro ex dirigente. Carissimo prof. Biagio Pellegrini, ho voluto fortemente che lei venisse nominato in questa lettera perché come ha amato lei il teatro in questa scuola nessuno può capirlo. Mi rivolgo a lei per ringraziarla, mi rivolgo a lei perché ha saputo viziarci, ha saputo supportarci e soprattutto ha saputo sopportarci. La cosa che ho sempre ammirato era la voglia e l’enfasi che lei metteva nel rivedere lo spettacolo. Ogni volta era sempre col sorriso, soddisfatto e compiaciuto di noi. Mi rivedo un po’ nella sua figura. Non voglio mettermi a paragone, non voglio peccare di presunzione, non mi permetterei mai anche se in minima parte mi rivedo in quel Biagio Pellegrini che ha amato e sostenuto questo progetto ma che ha dovuto abbandonare per forza di cose lasciandoci in ottime mani, mi rivedo perché anche io ho amato e sto amando questo gruppo ma dovrò lasciare necessariamente. Ecco solo ora posso capire quanto sia stato difficile per lei perché so per certo che proverò anche io tra un paio di mesi le sue emozioni ovviamente in maniera molto ridotta. Io mi rivedo solo ora perché in questo momento più che mai mi rendo conto di amare questi miei compagni. Siamo gli ultimi forse di una grandissima dinastia di teatranti, e tenevo a ringraziarla proprio per questo, perché in fin dei conti io e la maggior parte di questo gruppo abbiamo cominciato a fare teatro quando lei era ancora il nostro dirigente. Grazie di cuore.

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Ho indirizzato la lettera anche a tutto il collegio docenti e al consiglio d’istituto che è il più importante tra gli organi collegiali. Questo perché in primis vorrei ringraziare tutti i docenti che hanno sostenuto, che sostengono e che continuano a sostenere questo tipo di attività. Un ringraziamento particolare al Prof. De Astis e al Prof. Tamborra. E’ una cosa veramente importante, avere l’appoggio dei professori, per noi ragazzi è più semplice ed è anche bello vedere come la maggior parte dei docenti abbia capito che nella vita di un ragazzo non ci deve e non ci può essere solo una buona formazione didattica, un ragazzo ha bisogno di essere formato sotto tutti i punti di vista. Ed è per questo che ringrazio questi due organi che rappresentano in qualche modo il potere decisionale dell’istituto. Li ringrazio perché questa scuola in questi 5 anni ma soprattutto in questi 2 anni con l’esperienza teatrale mi ha cambiato o meglio mi ha formato. Noi abbiamo bisogno di questo. Quando ho iniziato quest’attività teatrale ero molto timido, mi sentivo da solo e tutti i ragazzi mi chiamavano “ l’apatico ” perché ero molto freddo e asociale con tutti. Ecco quest’anno tutto sono tranne che apatico e asociale anzi… il teatro mi ha cambiato e la prof. ssa Valente lo sa quanto mi abbia formato, lei ha visto passo per passo il modo in cui ci siamo trasformati. Quella maschera io l’ho davvero buttata, ho avuto il coraggio di scoprirmi, di mettermi in gioco, di sviluppare capacità che non pensavo mai e poi mai di avere. Allora mi rivolgo a voi, e dico che se la scuola è davvero la principale agenzia formativa del paese posso dire con assoluta certezza che questo liceo lo è fino in fondo grazie a questo tipo di esperienze. In 5 anni il liceo mi ha tolto molto ma negli ultimi 2 mi ha regalato tante emozioni, mi ha regalato un gruppo compatto e solidale, un gruppo di persone che credono realmente in qualcosa di sacro. Ed è anche a voi che ho indirizzato questa lettera, a tutti voi che mi avete accompagnato in questa fantastica esperienza, vi ringrazio uno per uno, tutti i ragazzi che in questi 2 anni hanno trascorso interminabili ore il sabato pomeriggio con me. Comincio con coloro che ho conosciuto l’anno scorso e che per un motivo o per l’altro hanno lasciato il gruppo quest’anno ovvero Francesca Balducci che mi auguro sia seduta tra il pubblico, Lucrezia, Giovanna, Sara, Alessia, Mariapia e Giuseppe.

Ho legato con tutti, o almeno mi auguro, ma mi piacerebbe ringraziare per primi Ilaria, Alessia De Lucia che come me dovrà lasciare questo liceo, Gianluca, Mariangela, Teresa, Giorgia e Margherita che sono state le persone con le quali ho stabilito un legame veramente forte, una grande amicizia con la A maiuscola. E poi a seguire Sara, Luciana, Annamaria, Chiara, Marco, Silvia Iannone che mi ha promesso una registrazione della canzone di kinaiyahan che devo mettere come suoneria della sveglia mattutina, Valeria, Giulia, Menica, Ester, Simone, Alessandra, Domitilla, luciana, Francesca e Nicolò. Per poi concludere con le new entry Annalisa, Simone, Giorgia, Alessia Gesmundo, Michela, Giada, Arianna e Mariateresa. Insomma tutti coloro che ho conosciuto grazie a quest’esperienza, torno a casa con 50 volti nuovi, 50 volti diversi uno dall’altro ma con un’importanza fondamentale per me. E infine il mio ringraziamento e credo che sia il più importante di tutti è rivolto a lei prof. Teresa Valente. Io la ringrazio perché spesso dimentico che se sono qui stasera è grazie a lei; lei mi ha dato questa possibilità, lei mi ha insegnato non solo il trucco del mestiere ma lei mi ha insegnato a dare l’anima se credi fortemente in qualcosa, lei mi ha insegnato a crescere, mi ha formato, mi ha cambiato come ho già detto. Io non credo di poter avere mai abbastanza parole per lei, non credo che ci sia niente da dire nei suoi confronti perché penso che sia stato già detto tutto, ho ringraziato e ho fatto i complimenti a tutti ma senza di lei io non avrei fatto niente. Il giorno del provino io ero agitato come non mai, ma il modo in cui con quel semplice batti cinque lei mi ha dimostrato grinta e affetto io non potrò mai dimenticarlo. Il modo in cui ci ha guardato soddisfatta ogni volta che, dopo ore e ore di prove, la scena era perfetta. Mi sono sentito in qualche modo responsabile, avevo paura di deludere lei e allora davo il massimo di me. Io non so cosa l’ha spinta a scegliere me rispetto ad altri, io so soltanto che le voglio un bene interminabile e le sarò riconoscente per tantissimo tempo, credo che una semplice parola basti ad esprimere tutto l’affetto e la riconoscenza che ho nei suoi confronti : Grazie. Lo ammetto, mi dispiace, è l’ultimo anno che segue questo gruppo ma in parte la capisco e le dedico anche una delle mie frasi preferite che dice : “… quando hai dato troppo devi andare e fare posto…” E’ tutto. Le voglio un mondo di bene, ancora grazie. 

Con affetto GIUSEPPE BUCCI



"Per me gli anni del liceo sono stati un vero incubo … tutti quanti i miei amici conservano un bel ricordo di quegli anni … ma per me è stato diverso... sono capitata in una classe dove la cattiveria regnava, ed io mi isolavo sempre di più … fino a crollare... l'unica cosa che porto nel mio cuore è il ricordo bellissimo delle commedie fatte con la prof Valente … per tre anni ho fatto parte del cast e per me è stato come uscire da un tunnel, quando mi incontravo con gli amici del teatro. .. mi dispiace però non essere riuscita a far emergere la mia parte migliore durante le prove, perché, ripeto, per me sono stati anni duri … ah, se solo potessi tornare indietro!! Con la forza che ho ora riuscirei a difendermi da tutta la cattiveria dei miei ex compagni di classe!!! Grazie prof Valente, perché con la sua dolcezza è riuscita in qualche modo a farmi distrarre!!! Ѐ davvero unica!!! Le voglio un gran bene! 

Marina (Testini)!” 

Un solo ricordo da sbellicarsi dalle risate: la famosa battuta <<NEGA, NEGA TUTTO!>> in occasione dello spettacolo Orlandina, anno scolastico 1999-2000!!! Comunque è troppo brava la Prof nel coordinare tante persone. 

Carla Di Gennaro

Fare teatro con la Valente è un'esperienza davvero formativa, che aiuta a crescere, a mettersi in gioco. L'atmosfera familiare, di solidarietà, di incoraggiamento, la pura voglia di divertirsi, le amicizie che si creano sono cose difficili da dimenticare. La Valente con il suo carisma ci ha sempre stimolati ed alcuni di noi hanno scoperto il loro talento e la loro vera passione. Grazie prof!

Anna De Palma


"Il nostro teatro, Teresa, è una grande famiglia che non è solo quella che si vede sul palco, ma è anche quella che vive dietro le quinte; ricordi, amicizie, duro lavoro, spettacoli e tanti premi avuti nelle numerose rassegne! Una famiglia che riesce a essere la stessa, anche se ogni anno ci sono persone che vanno via e altre che iniziano! Un’esperienza durata cinque anni, da “C’era una volta” a “Le sbarre dentro”, il ricordo più bello del Liceo, più che formativa per tutti noi! La culla di un grande bagaglio che ancora oggi, dopo otto anni, mi porto dietro e dentro! Tutto questo lo devo alla tua grande tenacia, pazienza e creatività, lo devo a te, Teresa! Sei un grande riferimento per me, grazie per averci messo tutta te stessa, per avermi fatto crescere tanto! Sono sicuro che troverai in tutti noi la forza per continuare questo percorso!" 

Francescantonio D'Introno






Qualche mese fa mi hanno contattato dicendomi che non ci sarebbe stata la tua rappresentazione teatrale. Di quel momento ricordo una rabbia lieve, ma che non conoscevo; subito dopo un sorriso. Ho ricordato il giorno in cui sono diventato un Uomo. 

Ricordi quando Nico Fumai ti disse che non avrebbe più recitato? Nico era il protagonista. Mancavano due settimane alla prima, credo. Tu eri distrutta. Eri seduta in quarta fila a destra e fissavi il palco. Noi cercavamo di consolarti, in realtà senza sapere il motivo. Eravamo per l’appunto giovani e ingenui. Non capivamo il tuo mestiere, il più bello, secondo me. 

Non so per quale motivo hai deciso di affidarmi quel compito. Lo spettacolo è andato, senza intoppi. 

Io non riuscirò a farvi toccare il mio cambiamento, perché il cambiamento è pura follia. Non si spiega la follia! Posso dirvi a tratti della placenta in cui si è fortificato. Di cosa mi sono nutrito. 

Per mesi lei t’insegna a stare su un palco, a stare nella vita. Ti segue e controlla che tu cresca forte. Lentamente, ti carezza di piccole responsabilità, e ad un tratto – TRATAMMM!! – ti spinge violentemente fuori. 

Sei vivo! Non puoi più fingerti una sagoma. Hai di fronte centinaia di persone con cui relazionarti. O parli o taci. 

Se in quel momento parli, tu sei un Uomo. Hai capito che quella donna ti ha dato la possibilità di contribuire. Sei un Uomo se hai la possibilità di contribuire. 

Ritornando a qualche mese fa, per convincerti a non abbandonare, avrei voluto regalarti questi brevi versi, attuali, attualissimi, sperando di convincerti ora. Questi versi sono ormai famosi da quando Apple ci ha costruito sopra una campagna pubblicitaria per il nuovo iPad. 

Citando Walt Whitman: Oh me, oh vita! Domande come queste mi perseguitano, infiniti cortei d’infedeli, città gremite di stolti, che vi è di nuovo in tutto questo, oh me, oh vita! 

Risposta 

Che tu sei qui, che la vita esiste e l’identità, Che il potente spettacolo continua, e che tu puoi contribuire con un verso. 

Ecco, se tu potessi permetterlo, con pochissima modestia, vorrei sentirmi un tuo verso. 

… e mentre il potente spettacolo della vita continua tu continui a contribuire con i tuoi versi. Grazie. 

Ivan Iosca


Vincenzo Esposito



Perché in fondo, anche se non ho continuato più il teatro, una parte di esso è con me e non mi lascerà mai. Il teatro è dentro ognuno di noi, e sfido chiunque ha provato il teatro della prof Valente a dire che non gli è rimasto niente. Come è mai possibile? Rimanere ogni sabato dalle 13.30 a ora da destinarsi, le prove in costume che sono sempre le più belle, l'ultima prova prima delle spettacolo che ci mette paura perché non è mai abbastanza, la prima e la soddisfazione, le repliche che vanno avanti fino a giugno, ma soprattutto la FAMIGLIA. Il gruppo teatro è una grande famiglia: la prof, gli attori, ma anche i tecnici, gli addetti alle quinte, gli organizzatori, le truccatrici. Tutto questo è il teatro. Ed io sono grata alla professoressa Valente, fautrice di questa magia sul palco e dietro le quinte. L'unica cosa che mi resta da dire è GRAZIE.

Giovanna Grieco




POCHE PAROLE PER TANTI RICORDI. I PRIMI PASSI SUL PALCO E POI LA CORSA AL PROPRIO SOGNO. GRAZIE DI CUORE PER LA PASSIONE CHE CI HAI TRASMESSO. LA STESSA CHE CERCO DI COLTIVARE OGNI GIORNO NEL LAVORO CHE FACCIO, ORA CHE IL TEATRO Ѐ LA MIA SECONDA CASA.
CON AFFETTO DA BERLINO

VANESSA COKARIC







Dunque, Teresa, siamo giunti alla fine. Dovrei ritenermi fortunata, avendo avuto la possibilità di seguirti per sette anni, cinque da alunna e due da ex; eppure avverto un forte senso di vuoto, forse perché delle cose belle non ci si sazia mai, o perché da te c’è sempre da imparare, anche solo guardando come fai ciò che fai: l’entusiasmo e l’attenzione che ci metti sono ineguagliabili. Forse entrambe le cose.

A molti di noi sembrava che la tua attività sarebbe durata in eterno. Questione di ingenuità e immaturità? No, solo uno splendido sogno da cui non intendevamo destarci (i sogni sono bisogni e ai bisogni non ci si può opporre).

C’è chi, terminato il liceo, ha continuato a fare teatro. Personalmente, ci ho provato, ma da nessun’altra parte ho trovato quello che ho trovato qui. È stata questa la tua grandezza: creare un’armonia e una familiarità mirabili all’interno di ogni gruppo che hai guidato. 

Hai realizzato molto più di quello che si vede e a cui un qualsiasi professionista del settore sarebbe in grado di arrivare: ci hai formato come PERSONE. Nonostante tu abbia riscosso numerosi successi, ritengo che questa sia la tua più alta vittoria e noi la tua coppa più prestigiosa.

Preferisco convincermi che tale omaggio sia avvenuto in occasione della centocinquantesima replica piuttosto che del tuo ultimo spettacolo.

Mi mancherai. 

Grazie di tutto!

Aurora Taranto

Ero al terzo anno di liceo e quando ho saputo dei laboratori di teatro ho detto: "Finalmente!!" Ho scelto di seguire la prof.ssa Valente per la sua energia contagiante... Qui è Suor Elpidia che scrive, ovvero Quadro antico/donna Mafalda personaggi davvero particolari … Ricordo ancora dopo "Il Suicida"... ero diventata per tutto l'istituto la celebre suora del "Pianga, pianga vedova Pozzeca”, ecc … Ho ancora l'autografo di Nicola Nocella! Un grande! Mi disse: "Così quando divento famoso..." e lui famoso lo è diventato davvero e quando lo vedo ora al cinema... sorrido: ho il suo autografo! ;) Quanto impegno, quanta energia e quanta allegria! Dopo il liceo ho continuato per un po' con il teatro … un mondo fantastico! Ora sono un'appassionata spettatrice e non rimpiango nulla! Quando hai fatto sorridere qualcuno o infastidito (con donna Mafalda) vuol dire che qualcosa di buono hai fatto! Sono stati anni davvero belli! Grazie Prof!

Nicla Scarongella

Su questo palco si fa uno strano gioco, è il Gioco della Vita! Nulla è stato mai più simile: paura, divertimento, intuito, socialità... cose che vengono ogni giorno nella vita vera e che affrontate ti portano a crescere,  eccole  d'improvviso concentrate in pochi attimi su quel maledetto palco! Forse sono troppo pochi quegl'attimi! Inoltre questo strano gioco non fa altro che darti ancora più vita e ti ritrovi lì come un bambino che non sa i mali del mondo, voglioso di vivere ancora un altro giorno! Spiegare completamente la magia del teatro è impossibile, ma non si può far a meno che ringraziare il fatto che esista e anche ringraziare chi continua ogni giorno a dire che vale la pena che esista: Grazie Prof, anzi Grazie Teresa J


Mariapia Marinelli

Carissimi ragazzi dei diversi gruppi teatrali degli anni passati del Tedone,

ho appreso con grande emozione dell’evento che avete rappresentato a conclusione dello spettacolo del 2014 Kinaiyahan, per raccontare la storia delle diverse esperienze ed affermazioni vissute nei 15 anni di teatro a scuola. Sono stati anni ed iniziative indimenticabili anche per me, che ho vissuto insieme a voi, convinto della grande portata formativa e di socializzazione, fondamentale complemento di una crescita umana che la scuola dovrebbe garantire per non rendere meschino il suo compito di sostegno al processo di crescita personale. Tre generazioni di voi alunni hanno potuto sperimentare i vantaggi offerti attraverso i sacrifici diuturni della Prof.ssa Valente e degli altri docenti che si sono impegnati nel teatro, come anche avete avuto l’opportunità di sperimentare i vantaggi dell’apertura della scuola che ha creduto ed investito nell’attività teatrale sia attraverso le strutture (miracolo di realizzazioni tecniche ed organizzative quali il palcoscenico ed il GOLD nazionale) che attraverso la promozione di lavori sempre più orientati a cercare successi artistici e garantire l’acquisizione di elevati standard di qualità. La storia del teatro del Tedone, tuttavia, si è scritta soprattutto attraverso le esperienze di socializzazione, di maturazione personale, di spirito di autentica amicizia e condivisione di sacrifici e di gioie. I vostri ringraziamenti nei nostri confronti ci gratificano e ci commuovono specie perché sono espressione di profonda interiorizzazione dei valori che abbiamo cercato di trasmettere: l’obbligo di essere impegnati senza risparmio alcuno, di accettare le regole come vincolo insuperabile della partecipazione, la concentrazione assoluta per la riuscita del lavoro, l’affermazione della solidarietà come precondizione per il successo, lo sguardo attento alla realtà che ci circonda, la sensibilità sociale e l’attenzione ai problemi dei deboli, degli umili, degli indifesi.

Sono stati 15 anni di costruzioni meravigliose e di esperienze indimenticabili, specie per me, nonostante la mia tendenza a nascondermi, ma ero sempre lì dietro di voi ed accanto a voi in ogni momento.

Avrei voluto ringraziarvi personalmente ed abbracciarvi tutti insieme nella serata in cui vi siete dati appuntamento nel nostro auditorium-teatro. Non è per mancanza di attenzione o considerazione nei vostri confronti (vi abbraccerei volentieri in qualunque momento in altra sede), ma non riesco a varcare la soglia di quel liceo che per 16 anni ho considerato come il luogo del mio impegno esclusivo e disinteressato a favore degli alunni, liceo ormai orientato a cancellare tutti quei ricordi e considerare la mia presenza come inopportuna e indesiderata (anche questa è un’esperienza, raccontata già in tanti lavori teatrali e testi letterari).

Sono con il pensiero e con lo spirito tra voi. Stringetevi attorno alla Prof.ssa Valente per ringraziarla ed esserle vicini nel momento del commiato definitivo dalla sua esperienza teatrale nel Tedone.

Un forte abbraccio a tutti.

Biagio